Il giornalista Vittorio Feltri riflette sul caso di Alessia Pifferi, condannata all’ergastolo per la morte della figlia.
Vittorio Feltri ha recentemente espresso la sua opinione sul caso di Alessia Pifferi, la donna condannata all’ergastolo per la tragica morte della sua figlia.
In un articolo su IlGiornale.it intitolato “Nessun criminale merita il fine pena mai“, il giornalista analizza non solo il crimine in sé, ma anche le implicazioni morali e legali della condanna a vita senza possibilità di redenzione.
Una speranza per Alessia Pifferi
“A proposito di Alessia Pifferi, ritengo che ella non sia che una stupida. In lei noto più mancanza di intelligenza che crudeltà. E si sa che gli idioti sono talvolta molto pericolosi, nessun dubbio” afferma il noto giornalista.
Feltri continua riconoscendo l’impatto emotivo che un crimine come quello commesso da Pifferi può avere sulla società.
“Capisco bene che un simile crimine produca reazioni fortemente emotive (…) contraddice la nostra idea, o il nostro stereotipo, di donna e madre-angelo, protettrice dei figli, accudente, dolce, attenta” afferma il giornalista.
La descrizione del crimine risulta agghiacciante, con Feltri che confessa il suo personale turbamento. In merito alla pena inflitta ad Alessia Pifferi, però esprime una posizione di compassione e speranza.
“La signora Pifferi deve potere credere che esiste un domani, anche se lontano, in cui potrà lasciare la cella, una volta saldato un debito con la giustizia e con la società intera“, ribatte il giornalista.
La pena secondo Vittorio Feltri
Nonostante l’orrore provato per il crimine commesso da Alessia Pifferi, il giornalista si discosta dalla comune opinione riguardo la punizione.
Egli è fermamente contrario alla pena di morte e alla condanna all’ergastolo senza possibilità di reinserimento.
“Soggetti che talvolta hanno commesso delitti atroci, ma che non per questo devono essere considerati scarti della società, individui da buttare via, da eliminare, contro i quali adoperare la medesima cattiveria che rimproveriamo loro” afferma, argomentando che anche i criminali più efferati meritano una possibilità di redenzione.